Calcio La morte di Morosini ci faccia riflettere …… troppe disgrazie negli ultimi tempi tra sportivi pressionisti 19/04/2012
La morte di Morosini ci faccia riflettere …… troppe disgrazie negli ultimi tempi tra sportivi pressionisti.
Campionati di calcio fermi , questa settimana, per la morte di Piermario Morisini, umile calciatore del Livorno, nella serie cadetta. Non certo atleta da copertina, ma uno dei tanti giovani che attraverso lo sport scalano i gradini della propria vita. Una vita che a questo ragazzone bergamasco aveva regalato ben poche gioie: la madre , persa quando aveva solo 15 anni; il papà deceduto per arresto cardiaco solo due anni più tardi; un fratello disabile morto suicida e lui , giovanissimo, con sulle spalle l’onere di provvedere a sé stesso e ad una sorella portatrice di handicap. Fardelli portati con dignità, con tanta amarezza nel cuore , ma spesso col sorriso sulle labbra, quasi a voler mostrare la sua fiducia in un futuro più roseo, un futuro da vivere con la sua Anna, anch’essa sportiva praticante, nella pallavolo. Un futuro spezzato dal tragico evento vissuto sabato scorso all’Adriatico di Pescara, sotto gli occhi attoniti di tifosi ancora col cuore listato a lutto, per l’altrettanto tragica scomparsa di Franco Mancini, risalente solo a qualche settimana fa. Se a tutto questo aggiungiamo il caso di Bonavita e quello della 27enne Gomez, entrambi pallavolisti deceduti sul campo per circostanze analoghe, dovremmo non solo fermare la giornata sportiva, ma concederci TUTTI un momento di riflessione. L’impoderabile? Giusto, ma perché tante giovani vite strappate? Sembra impossibile che ragazzi che hanno fatto dello sport la propria ragione di vita, debbano morire così, senza spiegazioni accettabili, senza una logica che possa giustificare l’immane tragedia.Anche a non voler sparare nel mucchio o colpevolizzare nello specifico qualcuno, rimbombano ancora nelle nostre menti le parole espresse un po’ di anni fa da un certo Zdenek Zeman che, scagliandosi contro il sistema ed inimicandosi il “palazzo” , dichiarò senza mezzi termini che andava tutelata con maggior attenzione la salute dei calciatori e degli atleti in genere, a suo dire “vittime “ di somministrazioni indiscriminate di farmaci,che a lungo andare ne avrebbero potuto minare la salute. Solo ipotesi quelle messe sul tavolo dal tecnico boemo ? Il problema “DOPING” , a suo dire, andava combattuto in maniera drastica e con attenzione ben più corposa di quella normalmente riservata all’argomento in oggetto. Non essendo laureati in Medicina e Chirurgia, né conoscendo in maniera diretta il problema, non sappiamo se possa essere questa una possibile causa, magari abbinata allo stress di chi quotidianamente è costretto a vivere sotto i riflettori ed a giocare partite su partite, nel rispetto di un calendario spesso molto al di là di una programmazione logica. Fermiamoci tutti, quindi, non per un semplice turno di Campionato, ma per concederci la cosiddetta pausa di riflessione. Anche perché, nel prossimo futuro, ci piacerebbe parlare ancora di questi giovani, ma solo per descriverne le imprese sportive, non certo i loro funerali.
